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Il mondo del dolore è vasto e, quando meno ce l'aspettiamo, ci troviamo ad abitarlo. I sentimenti che allora irrompono sono tanti: ci rifiutiamo di accettare, entriamo in rivolta, in depressione; ameremmo fuggire lontano; ci domandiamo "perché", "perché proprio a me?", "perché proprio adesso?"; ci sentiamo impreparati ad una traversata tanto ardua. E, almeno, su quest'ultimo punto, abbiamo ragione. Il nostro tempo ha fatto della malattia, della vecchiaia e della disabilità un vero tabù. Vige una sorta di interdetto vulnerabile: ognuno deve vivere queste situazioni in stretta solitudine, senza grandi aiuti per approfondire la sua esperienza come una risorsa e non come una fatalità.